Ti commuovi fino alle lacrime per la più piccola cosa? Le emozioni ti sopraffanno? Potresti essere una persona altamente sensibile, come Nicole Kidman, Lorde e Miranda Hart.
L’arte ti fa piangere? Assorbi i sentimenti degli altri? Sei incline a sentirti sopraffatto/a dalla folla, luci intense o profumi forti? Brutte notizie, o forse buone. Potresti essere una PAS, una persona altamente sensibile. Una condizione sempre più diffusa che colpisce tra il 15 e il 30% della popolazione. Compresi personaggi di fama come la comica Miranda Hart, l’attrice Nicole Kidman, le cantanti Lorde e Alanis Morissette.
La definizione di PAS è stata coniata nel 1996 dalla psicologa Elaine Aron, la quale ha sostenuto che i cervelli sensibili siano cablati in modo univoco per elaborare il loro ambiente a un livello profondo. L’affermazione più sorprendente della sua teoria è che la sensibilità fisica ed emotiva sono la stessa cosa. Un’intricata attenzione al linguaggio del corpo accresce l’empatia; la reattività a sottili segnali fisici crea ricche sensazioni nelle PAS, ma può anche sopraffare. Vestiti graffianti, odori, chiacchiere di sottofondo: incapaci di filtrare il rumore, le PAS assorbono tutto.
La sovrastimolazione è la bête noire di una persona sensibile. “La sensibilità ha un problema di pubbliche relazioni: siamo abituati a vedere i suoi lati negativi”, afferma Jenn Granneman, uno degli autori di un nuovo libro sull’argomento, Sensitive: The Power of a Thoughtful Mind in an Overwhelming World. Sensibile è sinonimo di ipersensibile, spiega Granneman, e alle PAS viene spesso detto che dovrebbero “essere meno sensibili”. Eppure è impossibile cambiare la reattività del proprio sistema nervoso. È come cercare di essere meno alti.
Gli uomini sono particolarmente vulnerabili al mito della durezza, il messaggio sociale tossico secondo cui l’emozione è debolezza, al pari di concetti “femminili” come l’empatia o la compassione. Sul posto di lavoro, i PAS sono spesso i più performanti, ma i primi a esaurirsi. E tendono a piacere alle persone. “Quando noti tutte le piccole ferite altrui, come puoi non piacere?” sottolinea Granneman. Non tutto il male viene per nuocere. La capacità di “sentire” il prossimo è di enorme valore e una maggiore sensibilità è collegata a creatività, brillantezza mentale e QI più elevato. Un tratto che accomuna i pionieri della scienza, degli affari e delle arti: chiunque noti dettagli che gli altri non notano, crea connessioni altrimenti impossibili.
La sensibilità è definita come la capacità di percepire, elaborare e rispondere profondamente al proprio ambiente. Questa capacità si verifica a due livelli: primo, percepire le informazioni dai sensi; secondo, pensare a fondo a tali informazioni o trovare molte connessioni tra esse e altri ricordi, conoscenze o idee. Le persone sensibili fanno di più su entrambi i fronti. Raccolgono naturalmente più informazioni dal loro ambiente, le elaborano più profondamente e alla fine ne sono più plasmate. Gran parte di questa profonda elaborazione avviene inconsciamente e molte persone sensibili non sono nemmeno consapevoli di farlo.
Se sei una persona sensibile, il tuo corpo e la tua mente rispondono di più al mondo che ti circonda – al dolore e alla perdita, ma rispondi alla bellezza, alle nuove idee e alla gioia. Vai in profondità dove gli altri sfiorano solo la superficie. Continui a pensare quando gli altri si sono arresi e sono passati a qualcos’altro. Una dote che, se ben usata, può fare la differenza.