La polpetta più strana al mondo è questa, ma non immaginereste mai cosa c’è dentro. Ve lo sveliamo noi, e resterete a bocca aperta.
Sembra una polpetta come tante altre ma in realtà nasconde una verità ‘scomoda’. Tanto che in alcuni Paesi, come l’Italia stessa, potrebbe essere addirittura vietata. Ecco come e dove è stata preparata
Se ne sta parlando da giorni e ha generato un’ondata di polemiche non indifferente. Tanto più che in paesi come l’Italia potrebbe addirittura essere vietata. Stiamo parlando di quella che al momento viene considerata la polpetta più strana del mondo sia per il metodo impiegato per prepararla che per quello che contiene.
L’idea arriva da decine di migliaia di chilometri dal Belpaese ma sta già facendo il giro del mondo: è della compagnia australiana Vox che ha prodotto, coltivandola in laboratorio, una polpetta di carne di mammut.
Le polpette più strane al mondo: ecco che cosa c’è dentro
Proprio così: per arrivare a questo risultato è stato impiegato il medesimo procedimento sfruttato per creare la carne sintetica di maiale, pollo o bovino. L’azienda ha di fatto ampliato il ‘catalogo’ offrendo tipologie di carne inusuali come quella di coccodrillo, di pavone e di canguro ma anche di alpaca, di bufalo e di varie specie ittiche.
Nessun animale viene però macellato dal momento che il processo produttivo avviene interamente in laboratorio: si comincerà con la quaglia giapponese che, secondo le previsioni, inizierà ad essere proposta nei ristoranti di Singapore a partire dalla fine del 2023. Il lavoro di ricerca è durato diversi anni e ha permesso di perfezionare il processo di produzione.
“Cerchiamo cellule che siano facili da far crescere, che siano nutrienti e di buon sapore. A quel punto le incrociamo finché non otteniamo il gusto desiderato” ha dichiarato il Ceo dell’azienda, George Peppou in un’intervista al Guardian, cercando di spiegare in modo chiaro e accessibile quale sia il proposito della compagnia.
Carne di mammut: creata in laboratorio
Nel caso del mammut gli scienziati hanno impiantato la relativa sequenza genetica in cellule di una pecora; inizialmente si pensava di creare carne di Dodo ma dal momento che non si è riusciti a recuperare la sequenza genetica si è optato per il mammut.
Vow ha però spiegato che potrebbe volerci ancora del tempo prima che venga proposta alle persone: “Stiamo parlando di una proteina che non si vede in giro da migliaia di anni, quindi non abbiamo idea di come il corpo umano potrebbe reagire. Ma dopo il primo tentativo possiamo sicuramente adattare la carne di mammut per renderla più digeribile”. Tim Noakesmith, cofondatore dell’azienda, ha specificato che l’intento è quello di ripensare “la maniera in cui mangiamo” trovando alternative alla carne.