Come era stato annunciato, presto diremo ufficialmente addio al Reddito di cittadinanza in funzione di un nuovo sussidio chiamato Mia.
La novità è stata lanciata da poche ore e sta già creando agitazione e scompiglio perché i beneficiari della riforma sono migliaia e questa restrizione cambierà sicuramente le sorti economiche di moltissime famiglie.
Il governo Meloni ha disposto il taglio del Reddito di cittadinanza in quanto misura insostenibile economicamente per il Paese e non utile al reinserimento sul mercato del lavoro. Questo però non vuol dire che non ci sarà alcun bonus per le famiglie ma una nuova opzione con controlli più rigidi.
Addio al Reddito di cittadinanza, arriva Mia
Complessivamente è possibile affermare che la nuova risorsa per i cittadini servirà a ridurre gli importi, quindi contrarre la spesa per lo Stato, ridurre i beneficiari e anche spingere verso l’inserimento nel mercato del lavoro. Questa è una sintesi complessiva di quello a cui assisteremo.
Negli anni abbiamo visto molteplici cambiamenti, prima era il SIA, il Sistema di Inclusione Attiva, poi c’era il REI, poi è arrivato il Reddito di Cittadinanza e ora si passerà al MIA ovvero Misura di Inclusione Attiva. Una misura per il sostegno sì, ma limitata. Un aiuto contro la povertà che combatte però per determinare l’introduzione dei lavoratori e di tutti coloro che sono impiegabili.
Che il Reddito di cittadinanza fosse destinato a sparire era chiaro da subito, ma solo ora si sta delineando effettivamente la riforma di quello che sarà il sussidio che ne prenderà il posto. Solo al termine del mese si avranno le certezze sulle modalità di richiesta, gli importi, le forme di erogazione.
Arriva MIA: importi, richieste, modalità di erogazione
La misura in generale mira a semplificare i controlli e quindi a suddividere l’ampio numero di beneficiari in due grandi categorie, da un lato tutti coloro che possono lavorare e che hanno tra i 18 e i 60 anni, dall’altra tutti coloro che non possono lavorare per l’età, perché disabili, perché con un minore a carico.
In base a questa prima divisione si procederà con due sistemi, da un lato ci sarà un beneficio di 375 massimi al mese, quindi 4500 euro annui, dall’altra invece per le famiglie ci sarà un importo annuo totale di 6000 euro quindi 500 euro mensili. Le condizioni cambiamento profondamente tra i due gruppi. Per chi può lavorare il sussidio sarà erogato per un massimo di 18 mesi con uno stop e quindi con una nuova richiesta dopo altri 18 mesi.
Il valore dell’ISEE si riduce rispetto a quanto stabilito con la soglia del Reddito di 9360 euro, in questo caso è pari a 7200 euro, questo porterà quindi a stringere la platea di beneficiari. Il sussidio MIA sarà interrotto qualora la persona non accetti il lavoro congruo che viene offerto, quindi basterà un solo no per sospendere tutto.
Cambia anche la scala di equivalenza, cambiano i percorsi di inclusione e il risultato è che meno persone avranno diritto al beneficio. La composizione del nucleo sarà di 2.1 massimo per un nucleo familiare, 2.2 se è presente un disabile. Ovviamente il Governo ha pensato comunque ad una situazione è semplificata per i nuclei con anziani, disabili o minori, in quel caso dovrebbe esserci comunque una corsia differente per tempistiche ed importi.